Con caparbietà @ EVO l’Extravergine – Milano


L’avevo ben specificato nei disclaimer ma vale la pena sottolinearlo nuovamente: il conto per tutti i locali di cui si è parlato è da intendersi implicitamente e interamente pagato, a meno di segnalazioni specifiche. Questa è a tutti gli effetti la prima segnalazione specifica, in quanto mi accingo a parlare di una cena che mi è stata offerta.

Non è comunque il caso di indirizzare il tema del post verso la sudditanza psicologica che un qualsiasi food-blogger (o presunto tale :-)) possa avere verso un ristoratore che gli offre il desinare. EVO è infatti una mosca bianca nel panorama milanese, ossia probabilmente l’unico ristorante che attualmente offre un menù degustazione di 8 portate 8 a 40 ripeto 40 Euri. Una somma che sicuramente avrebbe avuto scarse ripercussioni sull’umore finale.

Molto più interessanti gli argomenti snocciolati nella chiacchierata con lo chef Marco Avella su come alcuni chef (alcuni grandissimi anche) abbiano alle spalle finanziatori (imparentati o meno) che rendono il lavoro decisamente più facile, a differenza dei più (come nel caso specifico) che perseguono la loro idea di cucina con estrema caparbietà e determinazione, sopperendo alle finanze più esigue con il sudore della fronte. Continua a leggere “Con caparbietà @ EVO l’Extravergine – Milano”

Il tempio @ Cocchi – Parma


A Parma Cocchi è “il tempio”. Ma non vi si venerano entità eteree ed impalpabili, ma qualcosa di molto più peccaminosamente terreno: la cucina parmigiana. A detta di molti l’espressione migliore della gastronomia cittadina la troviamo proprio qui; e sono probabilmente gli stessi molti che affollano le sale del ristorante praticamente tutti i giorni della settimana (prenotazione raccomandata quindi).

A giudicare da cilindrata e tipologia delle macchine ammassate fuori dall’albergo/ristorante, il locale vanta sicuramente una clientela di “profilo alto”, cosa confermata da prezzi non certo astronomici ma che comunque si attestano piuttosto al di sopra della media della tipica mangiatoia tradizionale.

Cocchi si sta ormai avvicinando al traguardo del secolo di storia (data di fondazione 1925), e di certo qualche restauro di mezzo c’è pure stato, ma l’impatto all’ingresso è sempre di moderata eleganza, con quei candidi pavimenti marmorei e quelle sedie lignee di gusto non certamente avanguardista. E poi i tavoli adeguatamente distanziati ed il servizio solerte ed in divisa. Continua a leggere “Il tempio @ Cocchi – Parma”

>50 @ Combal.zero – Rivoli (TO)


L’Italia ha preso una bella batosta nella classifica dei 50 migliori ristoranti del mondo stilata da Restaurant Magazine e finanziarimanete pompata da S. Pellegrino, sopratutto in virtù dell’esclusione di Davide Scabin, ma anche per il mancato ingresso in lista di Enrico Crippa su cui molti scommettevano alla vigilia.

Sarei persino disposto a farmene una ragione per l’uscita di Carlo Cracco, chef ormai troppo mediaticamente commerciale per meritarsi le attenzioni dei giurati, come se l’eccesso di mediaticità nuocesse alla qualità della cucina, ma per Scabin proprio no!

Da anni considerato "lo che più creativo della cucina italiana", Davide Scabin ha sempre tenuto un approccio estremamente giocoso verso il cibo, concettualizzandolo e dando molto importanza alla presentazione, o "packaging", come molti amano dire parlando di questo estroso personaggio.

Di certo, in linea con le tendenze culinarie degli ultimi anni, le estrosità si sono un po’ ridotte, mentre è invece rimasta costante l’attenzione verso il gusto… perché parliamo innanzitutto di un grande cuoco nel senso più "tradizionale" del termine. Continua a leggere “>50 @ Combal.zero – Rivoli (TO)”

Del perché la World’s 50 Best non mi piace


L’edizione 2012 della "The World’s 50 Best Restaurants, sponsored by S.Pellegrino and Acqua Panna", nome altisonante che indica il concorso che da quasi 10 anni elegge i 50 migliori ristoranti del mondo, non ha certo portato risultati brillanti per l’Italia che ha perso 3 dei 6 ristoranti in classifica l’anno scorso, registrando inoltre per i restanti una lieve tendenza al ribasso.

La World’s 50 Best è ormai considerata una sorta di premio Oscar della cucina e, per quanto molti si sforzino di prenderla in maniera diciamo "giocosa", questa graduatoria ha un enorme potere commerciale. Sono molto esplicative in questo senso le parole di Rene Redzepi del Noma di Copenaghen (ristorante da 3 anni in prima posizione): “1204 persone sulla lista d’attesa di stasera. Stessa data nel 2008: 14 ospiti in tutto il giorno”. Continua a leggere “Del perché la World’s 50 Best non mi piace”