Felici stereotipi @ Il Cantuccio – Albavilla (CO)


E’ indubbio che la ristorazione di qualità, complice anche la critica (in particolare quella transalpina), tenda ad una certa omologazione nell’offerta.
Alla fine le tanto ambite stelle Michelin, per qualche motivo non così misterioso, vengono assegnate sopratutto a quei posti che rispecchiano il paradigma francese di locale ingessato con una cucina di impeccabile esecuzione piuttosto che di goduriosa sostanza.

Ed ecco quindi la sala elegante dai tovagliati lunghi, i millemila tipi di pane, appetizer e pre-dessert, piccola pasticceria a profusione (con immancabile alchechengio ricoperto di cioccolato) e la carta dei vini enciclopedica… ormai dei must per ambire a risplendere nel cielo della guida rossa, il cui costo và poi ovviamente a ricadere sul cliente finale.

Alcuni stellati fanno poi sfoggio di un desinare assolutamente freddo e privo di emozioni… ma non è fortunatamente il caso del Cantuccio di Albavilla che, nonostante sposi in toto la filosofia di cui sopra (con relativo asterisco Michelin), si distingue per la gradevolezza, oltre che ovviamente per la tecnica, della cucina. Continua a leggere “Felici stereotipi @ Il Cantuccio – Albavilla (CO)”

Il solito, prego @ Osteria di Chichibio – Polignano a Mare (BA)


"Chichibio, cuoco del notabile cittadino Currado Gianfigliazzi, cucinava una gru per la cena del suo signore. Brunetta, la sua donna, sentendone l’odore, lo pregò caldamente di dargliene una coscia e Chichibio l’acconentò. Quando la cena fu servita, Currado si meravigliò che mancasse una coscia all’arrosto e ne domando la ragione a Chichibio, il quale prontamente gli rispose: «Signor mio, le gru non hanno che una coscia ed una gamba. Se non ci credete, posso farvele vedere vive.»
La mattina seguente Currado e Chichibio si diressero a cavallo verso la riva di un fiume dove solevano vedersi delle gru. Chichibio ne avvistò dodici, dritte su un piede come fanno quando dormono e si affrettò a mostrarle al suo signore. Currado, vedendole, disse «Aspetta, ti mostrerò che di piedi ne hanno due». E avvicinandosi di più a quelle, gridò «Hohò!» A quel rumore le gru si svegliarono e, messo giù l’altro piede, cominciarono a fuggire. Chichibio sbigottito, non sapendo come cavarsi dai guai, replicò: «D’accordo, mio signore, ma alla gru di ieri sera voi non gridaste «Hohò!», chè se lo aveste fatto, quella avrebbe tirato fuori l’altra coscia, come hanno fatto queste.» A Currado piacque tanto questa risposta che tutta la sua ira si convertì in riso. E così Chichibio si riappacificò col suo signore
" (Boccaccio, Decameron – Giornata Sesta, Novella Quarta)

Questo il racconto che spiega la storia del nome del ristorante che troverete all’interno del menù… sempre che il menù vi venga consegnato. A quanto pare è ritornata anche in questo pittoresco locale di Polignano la volontà di perpetuare la tradizione orale per la comunicazione delle pietanze.
Alla fine ho deciso: il menù a voce NO! 😦 Non ho voglia di tenermi a mente tutta la lista, e voglio conoscere a priori il prezzo di quello che mangio. Continua a leggere “Il solito, prego @ Osteria di Chichibio – Polignano a Mare (BA)”

Cà del Bosco, Cuvée Annamaria Clementi 2001


Ed ecco un’altra bottiglia famosa: niente popò di meno che la punta di diamente della cantina Cà del Bosco, una delle realtà più interessanti della Franciacorta sia dal punto di vista delle bottiglie prodotte (la produzione annua sfonda agevolmente il tetto del milione di bocce) che da quello della qualità.
Questa riserva dal nome femminile viene prodotta a partire dal 1979, e ogni annata fà sfoggio del suo millesimo di vendemmia.

Stiamo parlando ovviamente di bollicine che rientrano nella DOCG Franciacorta. L’annata 2001 (la penultima messa in commercio) presenta un uvaggio a base di Chardonnay (55%), Pinot Bianco (25%) e Pinot Nero (20%).
Il vino base affina in barrique per sette mesi a cui segue un periodo di permanenza sui lieviti di quasi 6 anni.
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La cultura del crudo @ Ma.Ri.Na – Olgiate Olona (VA)


Storico. Questa è la prima parola che mi viene in mente pensando al Ma.Ri.Na, locale di cucina di mare ormai sulla scena dai primi anni ’70 che continua a mantenere un costante successo basato su una materia prima di eccelsa qualità rielaborata con garbo e rispetto.

Forse la sala potrebbe apparire demodè, con i suoi opulenti tovagliati a fiori, ma la maestria e le mille attenzioni del patron Giorgio Possoni sopperiranno con ampiezza alle piccole lacune di ambiente:
magari sedendosi al vostro tavolo, quasi con il fare di un vecchio amico, guiderà le vostre scelte all’interno dell’ampio menù con consigli che non si riveleranno mai azzardati.

Iniziare con il crudo è quasi d’obbligo, visto che siamo in un locale che già sdoganava le crudità parecchi anni prima dell’esplosione della moda del Sushi/Sashimi. Prima ancora di riuscire ad ordinare arriveranno una serie di assaggi dalla cucina (che ovviamente non vi ritroverete in conto). Continua a leggere “La cultura del crudo @ Ma.Ri.Na – Olgiate Olona (VA)”